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Dudù intervistato da SOUNDREEF

Dudù intervistato da SOUNDREEF

Dudù Kouate, la tradizione e la musica Griot in Italia

Gli artisti che provengono dalla scena DIY come non li avete mai visti. ‘Soundzine’ è la rubrica, a cura di Ale Kola, dedicata agli artisti che hanno fatto di autoproduzioni ed autogestione uno stile di vita. E ora hanno deciso di collaborare con noi. Aneddoti, filosofie, vita vissuta, confronti tra culture ed epoche diverse. Oggi l’intervista a Dudù Kouate.

Ciao Dudù, tu sei un artista molto diverso dal profilo che generalmente tratto qui in questa rubrica, ma ho deciso di intervistarti comunque innanzitutto per la fiducia che tu hai dato a noi di Soundreef, visto che ormai è diverso tempo che sei iscritto sul nostro portale, in secondo luogo perchè credo sia di estrema importanza sia quello che porti avanti tu nel tuo percorso da musicista sia, visto i tempi attuali, dare luce e ribalta non solo a persone provenienti da altri luoghi della terra, ma e soprattutto dall’Africa, culla dell’umanità (sembra scontato che sia così ma purtroppo di questi tempi non lo è affatto). Dopo questa breve premessa partiamo con l’intervista:

Tu sei un “Griot”, come la tua famiglia, ossia siete conservatori della tradizione culturale e musicale africana. Ci illumini su questo, in che modo avete questa responsabilità enorme, bellissima e preziosa?

Ciao Alex, ti ringrazio per avere scelto di intervistarmi. Sono Griot dalla nascita e fiero di esserlo per il ruolo di vegliare sulla cultura, sulla storia dei popoli e dei luoghi, affinché tale patrimonio sia conservato in modo autentico. Tale patrimonio materiale e immateriale dell’Africa è giunto a noi trasmesso dagli antenati e ora tocca a noi conservarlo per poterlo trasmettere. Il Griot è il custode delle tradizioni culturali, musicali e popolari dell’Africa dell’ovest.

Quanto spazio si dà alla tradizione culturale e musicale Africana nel tuo paese d’origine? Immagino le differenze abissali che avrai notato qui in Italia rispetto questo punto.

Non solo nel mio paese di origine, il Senegal, ma anche in tutta l’Africa subsahariana, la cultura e le tradizioni occupano un ampio spazio nella vita dell’africano. Sono presenti innumerevoli eventi rituali in ogni comunità o etnia presenti sul continente. Non c’è manifestazione culturale o rituali che si fa mancare l’impiego della musica in tutte le sue forme. In Africa si è conservato il contatto con lo spirito degli antenati che in Europa si è perso da tanto tempo.

Anche nel nostro paese continui a portare avanti questa tua nobile missione. Suoni in tantissimi spazi diversi, dai Teatri ai club, passando per eventi in circoli arci e/o eventi di beneficenza altrettanto importanti. Che feedback noti in questo paese, ormai tua seconda casa visto che sei qui dal lontano 1988, e se ultimamente è cambiato qualcosa anche per te, se noti più pregiudizi, più sfiducia o magari chi si approccia alla tua arte non è affetto da questa sindrome pietosa che sta purtroppo allargandosi sempre più.

Oltre a fare la musica in Italia ho studiato come mediatore in ambito interculturali e sopratutto mussale con il museo di Brera Milano e Carrara Bergamo. Il Griot è anche narratore di storie, io scrivo delle narrazioni su dei dipinti cinquecenteschi in chiave interculturali intrecciando il racconto del quadro con la storia dell’autore e la mia leggenda personale e culturale. In questo modo nasce un racconto condiviso della stessa storia vista dagli occhi di chi viene da fuori. Quanto l’Italia, non riconosco più gli italiani. Il razzismo se esiste è ovunque, in ogni settore politico, sociale, artistico, etc…

Fai anche politica con le tue opere, musiche, i tuoi spettacoli. Per Es. “Canzoni contro la guerra” con Sandra Boninelli. Ci vuoi parlare dell’aspetto “politico” o quanto meno della consapevolezza che c’è dietro il tuo lavoro?

La mia politica è culturale, non posso dare lezioni, con le mie canzoni cerco di stimolare la riflessione, puntare il dito sulle ingiustizie, ineguaglianze, e le discriminazioni di ogni genere.

Ultima domanda di rito: come ti trovi con Soundreef, se noti un cambiamento rispetto i primi tempi, e anche i referenti di volta in volta se li hai trovati più disponibili rispetto a prima.

Mi trovo molto bene con Soundreef, continuate così.

Ti ringrazio e ti auguro di continuare il tuo percorso umano e artistico così come lo è stato fino ad ora.

Grazie a voi.

Ecco il testo dell’intervista sul sito di Soundreef

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