Musicista dalle doti eccezionali, membro stabile dal 2017 dello storico Art Ensemble of Chicago, con cui ha inciso un disco e suonato in tutto il mondo, Dudù Kouate canta, percuote, soffia, sfiora i suoi 200 strumenti con i quali conduce in un viaggio alla radice dei suoni della terra.
Nasce a Dakar, in Senegal da una famiglia di griot, i custodi della parola e della tradizione musicale dell’Africa occidentale. Nel 1988, dopo gli studi umanistici, parte per l’Europa. Ha suonato all’Atlantic Music Expo di Capo Verde e quasi in ogni angolo del pianeta: dal prestigioso Kennedy Center di Washington (USA) al Festival di Assilah in Marocco, alla Casa da Música di Porto, in Portogallo, passando per Australia, Sud America, Israele.
Tra i principali festival a cui ha partecipato:
Utrecht Jazz Festival, Sant’Anna Arresi jazz Festival, Roma Jazz Festival, Tampere Jazz Finland, Stochkolm Jazz Festival, Madrid Jazz Festival, Primavera Sound Barcelona, JazzMi, AJMI Avignon France, Roccella Jazz Festival, Musica sulle bocche, Sardegna, Festival Sons d’hiver Paris, Jazz Jamboree Poland,
Festival Lugar de Encontrar Mexico,
Sesc San Paulo Jazz Festival, Brasil,
Vilnius Jazz Macedonia, Chicago Jazz Festival, Jazzfest Berlin, Melbourne Jazz Festival.

Dudù Kouate vive a Bergamo, dove tiene regolarmente seminari sulla storia degli strumenti tradizionali africani nelle biblioteche e nei musei. Insegna musica in workshop e masterclass.
In Lombardia e durante i festival conduce laboratori con i ragazzi delle scuole materne, elementari e medie di percussioni, canto, body percussion e di costruzione di strumenti con materiale di riciclo.

Ha realizzato insieme al sassofonista bergamasco Guido Bombardiere il disco Pensieri Africani, disponibile su youtube e myspace.

Nel 2018 esce il suo primo album – Africation – che ottiene un buon successo di critica. Non solo percussioni ma anche strumenti a corda e a fiato segnano una nuova fase creativa del musicista: dal liuto berbero (xalam) alla kanjira, dal djembè, il tamburo parlante (tama) ai flauti africani e didgeridoo rapiscono l’ascoltatore portandolo in una dimensione inesplorata e coinvolgente. Con Africation Dudù Kouate interpreta il ruolo della tradizione griot e lo fa rivivere in chiave moderna: i brani sono cantati nella sua lingua madre, il Wolof, con qualche richiamo al Bambarà e con frasi in francese e in italiano, ed esprimono una intensa carica emozionale grazie anche all’utilizzo di sonorità inedite.

Ha fondato il trio Zayt, Komiel,
Ha un’approfondita conoscenza delle tradizioni musicali che lo rende abile sia come solista sia nell’improvvisazione collettiva. Suona musica afro-jazz, moderna, tradizionale e contemporanea. La ricerca costante del suono (sound of elements) lo spinge sempre verso nuove esperienze.

In Italia ha realizzato insieme al regista e musicista Alberto Nacci la colonna sonora del corto “The moving town” presentato al festival di Locarno. Ha realizzato le musiche ed è stato anche attore nel corto del regista bergamasco Paolo Bonfanti "Worma".
Ha collaborato con il Teatro del vento per spettacoli nelle scuole, animazione teatrale e musico teatrale.
Ha registrato con il gruppo Odwalla Live at Ankara Jazz Festival, the world of percussion, dance and voice. Collabora stabilmente con il gruppo Multikulti e ha suonato con diversi musicisti tra cui Hamid Drake, James Brandon Lewis, Antonello Salis, Silvia Bolognesi.
Partecipa a progetti di danza, teatro, cinema e poesia.

E’ mediatore museale e narratore di storie dell’arte in chiave interculturale. Ha lavorato alla Pinacoteca di Brera (Milano), all’Accademia Carrara e al Museo delle Storie (Bergamo) dopo aver preso parte a un corso dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e dell’ISMU di Milano.

BIOGRAPHY

Born in Senegal in 1963 by a family of griots, known for being the conservators of the African cultural and musical tradition. After his humanistic studies in his country he left for Europe. He lives in Bergamo where he has been teaching African percussions for many years. From 2017 he collaborates on a permanent basis with the Art Ensemble of Chicago with Roscoe Mitchell and Don Moye

He holds seminars on the history of traditional African instruments trying to trace the territorial boundaries of the populations and disseminating the African cultural tradition through tales of musical fairy tales.

Multi-instrumentalist musician, plays in different musical groups and not only. He plays Afro-jazz, modern, traditional and contemporary music. The constant search for sound (sound of elements), always pushes him towards new and interesting experiences in the world of music.
Recognized validator of traditional instruments and especially percussion, he managed to find their insertion within diversified musical contexts.

In 2018 he released the album “Africation” in which Dudù plays the role assigned to him by tradition and makes him re-live in a modern and multicultural way: the songs are mainly sung in his mother tongue, Wolof, with some reference to Bambarà phrases in French and Italian, and express an intense emotional charge also thanks to the use of new and original sounds. Says the Senegalese artist “I was born a percussionist but over time I have also explored other string and wind instruments. This album is born from a need to start from myself, it is a kind of introspective journey that opens a new phase of my life “.
In addition to the texts of the individual tracks, what strikes Africation is the fact of being shaped on a symphony of instruments, a polyphony that creates magical and re-evocative atmospheres: from the berber lute (xalam) to the kanjira, from the djembè to the traditional African wind instruments and to the didgeridoo that symbolically kidnap the listener bringing him into an unexplored and involving dimension.

Dudù takes the listener by the hand and with his gaze accompanies him on a virtual journey in the African sounds reworked with style and originality: the changes of rhythms and harmonies make the flight take off to the emotions. This perspective allows us to see, almost ideally, the suburbs of Dakar, the natural landscapes, the savannah, the desert, the villages and the stories of humanity.

Collaborations

– With the saxophonist Bergamasco Guido Bombardieri founded the duo “Pensieri Africani

– He is the founder of the trio Zayt and Komiel

– He works regularly with the Odwalla and Multikulti groups and with many other italian and european musicians

BIOGRAFIA

Musicista dalle doti eccezionali, membro stabile dal 2017 dello storico Art Ensemble of Chicago, con cui ha inciso un disco e suonato in tutto il mondo, Dudù Kouate canta, percuote, soffia, sfiora i suoi 200 strumenti con i quali conduce in un viaggio alla radice dei suoni della terra.
Nasce a Dakar, in Senegal da una famiglia di griot, i custodi della parola e della tradizione musicale dell’Africa occidentale. Nel 1988, dopo gli studi umanistici, parte per l’Europa. Ha suonato all’Atlantic Music Expo di Capo Verde e quasi in ogni angolo del pianeta: dal prestigioso Kennedy Center di Washington (USA) al  Festival di Assilah in Marocco, alla Casa da Música di Porto, in Portogallo, passando per Australia, Sud America, Israele.
Tra i principali festival a cui ha partecipato:
Utrecht Jazz Festival, Sant’Anna Arresi jazz Festival, Roma Jazz Festival, Tampere Jazz Finland, Stochkolm Jazz Festival, Madrid Jazz Festival, Primavera Sound Barcelona, JazzMi, AJMI Avignon France, Roccella Jazz Festival, Musica sulle bocche, Sardegna, Festival Sons d’hiver Paris, Jazz Jamboree Poland,
Festival Lugar de Encontrar Mexico,
Sesc San Paulo Jazz Festival, Brasil,
Vilnius Jazz Macedonia, Chicago Jazz Festival, Jazzfest Berlin, Melbourne Jazz Festival.

Dudù Kouate vive a Bergamo, dove tiene regolarmente seminari sulla storia degli strumenti tradizionali africani nelle biblioteche e nei musei. Insegna musica in workshop e masterclass.
In Lombardia e durante i festival conduce laboratori con i ragazzi delle scuole materne, elementari e medie di percussioni, canto, body percussion e di costruzione di strumenti con materiale di riciclo.

Ha realizzato insieme al sassofonista bergamasco Guido Bombardiere il disco Pensieri Africani, disponibile su youtube e myspace.

Nel 2018 esce il suo primo album – Africation – che ottiene un buon successo di critica. Non solo percussioni ma anche strumenti a corda e a fiato segnano una nuova fase creativa del musicista: dal liuto berbero (xalam) alla kanjira, dal djembè, il tamburo parlante (tama) ai flauti africani e didgeridoo rapiscono l’ascoltatore portandolo in una dimensione inesplorata e coinvolgente. Con Africation Dudù Kouate interpreta il ruolo della tradizione griot e lo fa rivivere in chiave moderna: i brani sono cantati nella sua lingua madre, il Wolof, con qualche richiamo al Bambarà e con frasi in francese e in italiano, ed esprimono una intensa carica emozionale grazie anche all’utilizzo di sonorità inedite.

Ha fondato il trio Zayt, Komiel,
Ha un’approfondita conoscenza delle tradizioni musicali che lo rende abile sia come solista sia nell’improvvisazione collettiva. Suona musica afro-jazz, moderna, tradizionale e contemporanea. La ricerca costante del suono (sound of elements) lo spinge sempre verso nuove esperienze.

In Italia ha realizzato insieme al regista e musicista Alberto Nacci la colonna sonora del corto “The moving town” presentato al festival di Locarno. Ha realizzato le musiche ed è stato anche attore nel corto del regista bergamasco Paolo Bonfanti “Worma”.
Ha collaborato con il Teatro del vento per spettacoli nelle scuole, animazione teatrale e musico teatrale.
Ha registrato con il gruppo Odwalla  Live at Ankara Jazz Festival, the world of percussion, dance and voice. Collabora stabilmente con il gruppo Multikulti e ha suonato con diversi musicisti tra cui Hamid Drake, James Brandon Lewis, Antonello Salis, Silvia Bolognesi.
Partecipa a progetti di danza, teatro, cinema e poesia.

E’ mediatore museale e narratore di storie dell’arte in chiave interculturale. Ha lavorato alla Pinacoteca di Brera (Milano), all’Accademia Carrara e al  Museo delle Storie (Bergamo) dopo aver preso parte a un corso dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e dell’ISMU di Milano.