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Comunicato Stampa #1

In uscita il nuovo album AFRICATION di Dudù Kouate il griot senegalese che sta facendo il giro del mondo

Dopo trent’anni di carriera musicale caratterizzata dalle più svariate collaborazioni sia livello locale che a livello internazionale, l’ultima delle quali è quella con l’Art Ensemble of Chicago (gruppo storico fondato da Roscoe Mitchell e Famoudou Don Moye con cui Kouatè ha fatto la recentissima tournée europea), esce il primo album solista di Dudu Kouatè, percussionista e polistrumentista senegalese residente a Bergamo

Africation sancisce la piena maturità musicale e costituisce il primo passo di una nuova fase artistica di Dudù Kouatè.

Nato da una famiglia di griot, i Kouatè, cantori incaricati di portare avanti le tradizioni e le storie del loro popolo, Dudù non dimentica il ruolo assegnatogli dalla tradizione e lo reinterpreta in chiave moderna e multiculturale: i brani infatti sono prevalentemente cantati nella sua lingua madre, Wolof, con qualche richiamo al Bambarà e con frasi in francese ed in italiano, ed esprimono una intensa carica emozionale grazie anche all’utilizzo di sonorità inedite ed originali. Afferma l’artista senegalese “Sono nato percussionista ma con il passare del tempo ho esplorato anche altri strumenti a corda e a fiato. Questo album nasce da un esigenza di ripartire da me stesso, è una sorta di viaggio introspettivo che apre una nuova fase della mia vita”.  

Africation è un viaggio introspettivo, intimo, ma anche uno sguardo attento sul mondo e sull’Africa in particolare. E’ questa doppia valenza, che si compone in un delicato e costante equilibrio, che caratterizza questo progetto musicale. La storia personale si intreccia e si innesta sulla storia del Paese del musicista, il Senegal e del continente africano tutto. Kouatè attraverso i brani di questo album da un lato ripercorre la sua vita privata: dalla rievocazione degli insegnamenti e ai valori appresi da bambino quali il rispetto, la coerenza, l’onestà, la famiglia fino alla intensa dedica alla madre venuta a mancare di recente. Dall’altro lato l’artista fa un vero e proprio appello alla mobilitazione, ad uno scatto di orgoglio indirizzato ai figli d’Africa: una sorta di Manifesto fatto per riprendersi in mano il proprio destino. Uno scossone per tutti gli africani, ma non solo, che mette al centro le questioni culturali, etniche, sociali ed economiche.

Africation non è solo il titolo del progetto discografico ma è anche il titolo del brano di apertura dell’album. “La Storia non mente” è il ritornello. E’ un invito alla riflessione e soprattutto all’azione concreta: quanto abbiamo appreso noi africani dagli errori compiuti in passato e dalle sofferenze subite? Quanta gente è stata portata via in passato a causa della schiavitù? Quanta gente ancora oggi è costretta ad andarsene via contro la propria volontà. Bisogna debellare le cause di questo fenomeno. Serve azione. Azioni. Azioni che partono da africani per africani. “Il mondo occidentale, il Nord ha i suoi problemi che sta cercando di risolvere. Sta a noi risolvere i nostri stabilendo però un rapporto paritario con i Paesi industrializzati. Serve tanta volontà, costanza e coerenza. Il nostro passato ci rallenta ma non ci deve più ostacolare. Il leone si lecca le ferite ma poi si alza e ricomincia a correre. Il mio sogno è vedere rialzarsi l’Africa e vederla correre” è il condivisibile auspicio Kouatè.

Fajari Dibi significa letteralmente il buio prima dell’alba, quello che porta alla luce e che da avvio alla giornata. E’ in questo momento che bisogna alzarsi per andare al lavoro, a risolvere tutte le questioni aperte ma è soprattutto il momento in cui si percepisce la fortuna di poter essere vivi, di aver passato indenni la notte;

Mademba dolcissima ninna-nanna in cui una madre, con lo sguardo incantato sul suo piccolo Ndayane, gli augura una vita prospera e di diventare grande e forte come il padre.

Xame Tuma è la constatazione che il mondo è stravolto e forse sta arrivando la fine del mondo: il rispetto e l’onestà sono sempre più rari, non ci sono certezze: se mangi a pranzo non è detto che hai la cena garantita, chi governa il Paese ha perso la direzione ed è difficile farsi curare se si è malati. Tuttavia tanto dipende da ciascuno di noi: se si correggono abitudini sbagliate si può migliorare sia la nostra vita che quella di tutti;

Nit Ki parla del lavoro nei campi come simbolo della vita: ognuno ha il suo compito e alla fine dei conti raccoglie quello che semina. Non bisogna guardare con invidia chi è ricco o sentirsi superiore a chi ha meno;

Struggente e poetico il brano Naa Sira Mbaye che poggia musicalmente su un brano musicale ma che ri-arrangiato ed interpretato con un testo ispirato dal fratello di Dudù e dedicato alla madre recentemente scomparsa.

Loloop che chiude l’album è un pezzo strumentale che ci porta direttamente nella foresta di cui vengono riprodotti i suoni e le atmosfere: da ascoltare ad occhi chiusi

Struggente brano Fass barack in cui l’artista fa rivivere lo sgombero e l’abbattimento delle case tradizionali del quartiere Fass di Dakar “per fare posto a 4 condomini”: si percepiscono in modo vivido e attuale lo sgomento e la disperazione di centinaia di persone che in un giorno hanno perso le loro certezze e le loro abitudini legate al luogo dove sono nati e cresciuti.

Oltre ai testi dei singoli brani quello che colpisce di Africation è il fatto di essere plasmato su di una sinfonia di strumenti, una polifonia che crea atmosfere magiche e rievocative: dal liuto berbero (xalam) alla canjeera dal djembè agli strumenti a fiato tradizionali africani al didgeridoo che simbolicamente rapiscono l’ascoltatore portandolo in una dimensione inesplorata e coinvolgente. Tutti gli strumenti presenti in Africation sono suonati da Dudù. Il risultato è una sequenza di grande impatto musicale che ci ricorda come non ci sia distinzione netta fra sacro e profano, fra quotidianità e trascendenza, fra spirito e corpo. Dudù prende per mano l’ascoltatore e lo con il suo sguardo lo accompagna in un viaggio virtuale nelle sonorità africane rielaborate con stile ed originalità: i cambi di ritmo fanno spiccare il volo alle emozioni. Questa prospettiva permette di vedere, quasi toccare idealmente, i sobborghi di Dakar, i paesaggi naturali, in primis savana e deserto, i villaggi attraversando scene di vita quotidiana vissute dallo stesso musicista. Potremmo scoprire che dentro di noi esiste un’Africa che non pensavamo esistesse.